Brevi
cenni storici
Sassocorvaro é il Comune che comprende Piagnano, da cui dista
qualche chilometro.
Il paese sorge sulla collina dalla quale domina l’intera vallata,
sappiamo che intorno all’anno 1061 in prossimità del luogo
in cui attualmente si trova il paese, era ubicato il castello di Monte
Rotondo, in una posizione decisamente strategica per tenere sotto controllo
tutta la media valle del fiume Foglia.
Sassocorvaro nel XII secolo si trovava compreso nel Comitato di Urbino,
con cui ebbe rapporti strettissimi nel periodo comunale.
Nel Duecento, il piccolo Castrum Saxi Corbari era retto dalla potente
famiglia locale dei Berardini, fedeli alla parte guelfa e vicari ecclesiastici.
Al contrario, nel capoluogo Urbino prevaleva la fazione ghibellina.
Nel 1282 avendo avuto la meglio i guelfi, Urbino venne colpita da interdetto
Papale mentre Sassocorvaro venne premiato per la sua fedeltà.
Dalla prima metà del XIV secolo Sassocorvaro dovette subire lo
strapotere dei Brancaleoni, dopodiché a fasi alterne fu dominata
dalla Chiesa e ancora dai Brancaleoni. Nel 1430 Guidantonio da Montefeltro
occupò il castello cacciando definitivamente questi tiranni.
Ma le lotte fra Malatesta e Montefeltro per il possesso del territorio
di Sassocorvaro, non terminarono, e solo nel 1463, la battaglia che
si svolse verso il fiume Cesano pose definitivamente fine alle lotte
per il predominio di Sassocorvaro. Fu Federico da Montefeltro che sconfisse
definitivamente Sigismondo Malatesta e si impadronì del castello
che il Papa nel 1464 gli riconobbe come Feudo.
Successivamente Federico da Montefeltro decise di donare il territorio
di Sassocorvaro ad Ottaviano Ubaldini, nipote dello stesso Federico
e suo fraterno consigliere.
Francesco di Giorgio Martini li ritrasse in una lunetta marmorea, l’uno
di fronte all’altro, con le stesse proporzioni.
E’ ad Ottaviano degli Ubaldini che si deve la costruzione della
nuova Rocca di Sassocorvaro realizzata su disegno del grande Francesco
di Giorgio Martini che in quegli anni lavorava a Palazzo Ducale di Urbino.
Nel 1498 dopo la morte di Ottaviano, Sassocorvaro tornò al Ducato
di Urbino. Con l’invasione delle truppe di Cesare Borgia, venne
insediato un nuovo signore, ma alla morte di Alessandro VI decaduti
i Borgia, al duca di Urbino tornarono tutti i sui possedimenti.
Guidantonio memore dei servigi resi alla sua famiglia dal genovese Andrea
Doria, gli diede in Feudo il castello di Sassocorvaro, la presenza della
famiglia genovese durò più di un secolo ed il loro governo
viene ricordato come giusto ed equilibrato per la popolazione.
Solo nel 1626 la Santa Sede si riapproprierà della contea di
Sassocorvaro e nel 1631 di tutto il ducato di Urbino.
Da quel momento e fino alla Unità d'Italia, quando tutto il territorio
venne in possesso dello Stato Italiano, i Pontefici che si sono succeduti
concessero la Rocca in enfiteusi a personaggi legati alla Santa Sede.
La Rocca fa parte delle circa 136 fortezze commissionate da Federico
da Montefeltro a Francesco di Giorgio Martini di cui lo stesso architetto
fa menzione nei suoi trattati, e, molto probabilmente, fu la prima tra
quelle realizzate nel ducato.
E’ un monumento in buono stato di conservazione grazie ai successivi
interventi di restauro, che vale decisamente la pena di visitare.
Al suo interno, negli ambienti quattrocenteschi del piano nobile si
trova la pinacoteca, mentre in uno dei saloni del piano nobile, verso
la fine dell’Ottocento é stato allestito un graziosissimo
Teatro di Corte, le cui pareti furono affrescate da Enrico Mancini in
stile settecentesco.
Oggi questo teatro rientra nei settanta teatri storici delle Marche.
Nella Rocca troviamo inoltre il “Museo dell’Arca”
che ricorda un singolare episodio avvenuto durante la seconda guerra
mondiale e che ha come protagonista la Rocca stessa ed il salvataggio
di numerose opere d’arte. Numerosi dipinti provenienti da tutta
Italia, vennero accolti nei suoi ambienti evitando che venissero trafugati
dall'armata tedesca interessata ad impossessarsi di grandi opere d'arte
italiane, o che potessero subire irreparabili danni a causa dei bombardamenti.
Si deve al Sindaco Oriano Giacomi, in carica nel 1984, la scoperta di
questo singolare ed importante episodio rimasto sconosciuto per ben
40 anni.
A Giacomi la storia venne narrata da un anziano abitante del paese.
Il Sindaco che non si capacitò di come questo episodio fosse
rimasto completamente sconosciuto ai più, si mise sulle tracce
del Prof. Pasquale Rotondi docente di storia dell’arte e all’epoca
dei fatti Sovrintendente alle Belle Arti di Pesaro e Urbino.
Persona schiva e meticolosa Pasquale Rotondi dovette, suo malgrado,
vestire i panni dell’uomo d’azione infaticabile e dell'organizzatore
concreto e dinamico, al fine di†portare a termine la sua “missione
impossibile”: salvare moltissime opere d'arte di inestimabile
valore dalle grinfie dei Tedeschi e dai disastri della guerra.
Con pochi uomini a disposizione e scarsissimi mezzi messi a disposizione
da Ministero, Rotondi si trovò ad essere il solo responsabile
della custodia delle preziosissime tele dei principali maestri della
pittura italiana quali: Caravaggio, Tintoretto, Giorgione, Tiziano,
Botticelli, Leonardo, Perugino… , provenienti dalle Chiese e dai
maggiori musei di tutta Italia, e riuscì a porli in salvo nella
Rocca stessa, nel Palazzo dei Principi di Carpegna e nel Castello di
Urbino.[Spezzoni Video]
Per il suo coraggio e per l'immensa opera compiuta, nel 1986 il Comune
di Urbino gli ha attribuì la "cittadinanza onoraria".
In ricordo delle sue gesta é stato istituito a Sassocorvaro il
"Premio Pasquale Rotondi" da assegnare ogni anno a chi si
é distinto per particolari meriti proprio nel salvataggio e la
valorizzazione di opere d'arte.