Sassocorvaro
 
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Premio Rotondi 2010
La storia del Premio
La Rocca rifugio d'Arte

Brevi cenni storici

Sassocorvaro é il Comune che comprende Piagnano, da cui dista qualche chilometro.
Il paese sorge sulla collina dalla quale domina l’intera vallata, sappiamo che intorno all’anno 1061 in prossimità del luogo in cui attualmente si trova il paese, era ubicato il castello di Monte Rotondo, in una posizione decisamente strategica per tenere sotto controllo tutta la media valle del fiume Foglia.
Sassocorvaro nel XII secolo si trovava compreso nel Comitato di Urbino, con cui ebbe rapporti strettissimi nel periodo comunale.
Nel Duecento, il piccolo Castrum Saxi Corbari era retto dalla potente famiglia locale dei Berardini, fedeli alla parte guelfa e vicari ecclesiastici. Al contrario, nel capoluogo Urbino prevaleva la fazione ghibellina. Nel 1282 avendo avuto la meglio i guelfi, Urbino venne colpita da interdetto Papale mentre Sassocorvaro venne premiato per la sua fedeltà.
Dalla prima metà del XIV secolo Sassocorvaro dovette subire lo strapotere dei Brancaleoni, dopodiché a fasi alterne fu dominata dalla Chiesa e ancora dai Brancaleoni. Nel 1430 Guidantonio da Montefeltro occupò il castello cacciando definitivamente questi tiranni.
Ma le lotte fra Malatesta e Montefeltro per il possesso del territorio di Sassocorvaro, non terminarono, e solo nel 1463, la battaglia che si svolse verso il fiume Cesano pose definitivamente fine alle lotte per il predominio di Sassocorvaro. Fu Federico da Montefeltro che sconfisse definitivamente Sigismondo Malatesta e si impadronì del castello che il Papa nel 1464 gli riconobbe come Feudo.
Successivamente Federico da Montefeltro decise di donare il territorio di Sassocorvaro ad Ottaviano Ubaldini, nipote dello stesso Federico e suo fraterno consigliere.
Francesco di Giorgio Martini li ritrasse in una lunetta marmorea, l’uno di fronte all’altro, con le stesse proporzioni.
E’ ad Ottaviano degli Ubaldini che si deve la costruzione della nuova Rocca di Sassocorvaro realizzata su disegno del grande Francesco di Giorgio Martini che in quegli anni lavorava a Palazzo Ducale di Urbino.
Nel 1498 dopo la morte di Ottaviano, Sassocorvaro tornò al Ducato di Urbino. Con l’invasione delle truppe di Cesare Borgia, venne insediato un nuovo signore, ma alla morte di Alessandro VI decaduti i Borgia, al duca di Urbino tornarono tutti i sui possedimenti.
Guidantonio memore dei servigi resi alla sua famiglia dal genovese Andrea Doria, gli diede in Feudo il castello di Sassocorvaro, la presenza della famiglia genovese durò più di un secolo ed il loro governo viene ricordato come giusto ed equilibrato per la popolazione.
Solo nel 1626 la Santa Sede si riapproprierà della contea di Sassocorvaro e nel 1631 di tutto il ducato di Urbino.
Da quel momento e fino alla Unità d'Italia, quando tutto il territorio venne in possesso dello Stato Italiano, i Pontefici che si sono succeduti concessero la Rocca in enfiteusi a personaggi legati alla Santa Sede.

La Rocca fa parte delle circa 136 fortezze commissionate da Federico da Montefeltro a Francesco di Giorgio Martini di cui lo stesso architetto fa menzione nei suoi trattati, e, molto probabilmente, fu la prima tra quelle realizzate nel ducato.
E’ un monumento in buono stato di conservazione grazie ai successivi interventi di restauro, che vale decisamente la pena di visitare.
Al suo interno, negli ambienti quattrocenteschi del piano nobile si trova la pinacoteca, mentre in uno dei saloni del piano nobile, verso la fine dell’Ottocento é stato allestito un graziosissimo Teatro di Corte, le cui pareti furono affrescate da Enrico Mancini in stile settecentesco.
Oggi questo teatro rientra nei settanta teatri storici delle Marche.
Nella Rocca troviamo inoltre il “Museo dell’Arca” che ricorda un singolare episodio avvenuto durante la seconda guerra mondiale e che ha come protagonista la Rocca stessa ed il salvataggio di numerose opere d’arte. Numerosi dipinti provenienti da tutta Italia, vennero accolti nei suoi ambienti evitando che venissero trafugati dall'armata tedesca interessata ad impossessarsi di grandi opere d'arte italiane, o che potessero subire irreparabili danni a causa dei bombardamenti.
Si deve al Sindaco Oriano Giacomi, in carica nel 1984, la scoperta di questo singolare ed importante episodio rimasto sconosciuto per ben 40 anni.

A Giacomi la storia venne narrata da un anziano abitante del paese. Il Sindaco che non si capacitò di come questo episodio fosse rimasto completamente sconosciuto ai più, si mise sulle tracce del Prof. Pasquale Rotondi docente di storia dell’arte e all’epoca dei fatti Sovrintendente alle Belle Arti di Pesaro e Urbino.
Persona schiva e meticolosa Pasquale Rotondi dovette, suo malgrado, vestire i panni dell’uomo d’azione infaticabile e dell'organizzatore concreto e dinamico, al fine di†portare a termine la sua “missione impossibile”: salvare moltissime opere d'arte di inestimabile valore dalle grinfie dei Tedeschi e dai disastri della guerra.
Con pochi uomini a disposizione e scarsissimi mezzi messi a disposizione da Ministero, Rotondi si trovò ad essere il solo responsabile della custodia delle preziosissime tele dei principali maestri della pittura italiana quali: Caravaggio, Tintoretto, Giorgione, Tiziano, Botticelli, Leonardo, Perugino… , provenienti dalle Chiese e dai maggiori musei di tutta Italia, e riuscì a porli in salvo nella Rocca stessa, nel Palazzo dei Principi di Carpegna e nel Castello di Urbino.[Spezzoni Video]
Per il suo coraggio e per l'immensa opera compiuta, nel 1986 il Comune di Urbino gli ha attribuì la "cittadinanza onoraria".
In ricordo delle sue gesta é stato istituito a Sassocorvaro il "Premio Pasquale Rotondi" da assegnare ogni anno a chi si é distinto per particolari meriti proprio nel salvataggio e la valorizzazione di opere d'arte.